Per millenni ci siamo vestiti nutriti e curati con la Canapa, poi il proibizionismo. Storia ed economia di una risorsa preziosa

La prima Bibbia stampata, realizzata in Germania nel 1455 da Johannes Gutenberg, e l’originale della costituzione americana del 1776, sono entrambi su carta di Canapa. Il professor Raffaele Valieri nel 1887 scoprì il valore terapeutico della Canapa coltivata in Campania per la cura dell’asma e arrivò ad aprire un gabinetto di inalazione. In pipe preistoriche ritrovate in Piemonte si sono riscontrate tracce di Canapa.

Nei primi del ‘900, fino agli anni 30, si coltivavano in Italia più di 100 mila ettari di Canapa, eravamo il secondo produttore al mondo dietro la sconfinata Russia, ed il primo per qualità del prodotto, molto diffuso in quel tempo per svariati usi: sacchi, ceste, stoffe, corde, vele, carta, eccetera, ed anche da fumare. Successivamente le produzioni industriali di cotone nylon e plastica hanno sostituito la Canapa risultando più economici, e per produrre la carta si è preferito abbattere i boschi, quindi la produzione di Canapa, italiana e non, è calata bruscamente, fino a scomparire in Italia con l’avvento del proibizionismo dal 1975 in poi con la legge Cossiga.

produzione e coltivazione canapa light italia

Un settore fino ad oggi dolente di vuoto legislativo, se non peggio di proibizionismo e false opinioni, dove la legge 242/2016 ha fatto chiarezza ponendo paletti inequivocabili tra lecito ed illecito. Non ancora pienamente recepita in alcuni casi, pur essendo in vigore da oltre un anno. Oggi, rilanciare coltivazione lavorazione ed utilizzo di manufatti di questa pianta, si pone in sintonia anche con esigenze globali in campo ecologico e di ricerca sui materiali, a cui la Canapa può dare una valida risposta ed avere mercato. Una nuova occasione per il futuro del made in Italy già apprezzato in tutto il mondo.

Sia l’infiorescenza confezionata, – per fumatori come alternativa al diffusissimo consumo di quella illegale, – ma anche per tisane profumi creme e altri usi domestici; sia il fusto come fibra vegetale super-ecologica molto versatile e resistente per uso industriale, possono avere oggi mercato e produrre occupazione e rilancio nel settore agricolo in forte crisi, e nell’indotto industriale e commerciale, grazie a questa nuova legge. Solo l’infiorescenza confezionata per fumatori, produrrebbe in Italia un fatturato annuo di 44 milioni di euro, 960 posti di lavoro stabili e 6 milioni l’anno di entrate fiscali per lo Stato, secondo le stime di Davide Fortin, ricercatore italiano e dottorando alla Sorbona, nonché collaboratore del Marijuana Policy Project.

“Oggi – ha affermato il presidente di Coldiretti Roberto Moncalvo commentando la legge 242/2016 – si ha finalmente un quadro legislativo che può valorizzare le caratteristiche distintive della Canapa in Italia”. Gli fa eco il ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina, secondo il quale: “Per l’Italia si apre la strada per recuperare una leadership del passato”.

Articolo di Frà Benedetto

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