Nel secolo scorso si è giocata una battaglia cruciale per il pianeta, dove oscure forze hanno imposto delle scelte letali per l’umanità, a favore di interessi economici di pochi individui

La Canapa è stata una delle prime piante coltivate dall’uomo. Numerosi reperti archeologici confermano come in ogni epoca storica le diverse popolazioni del pianeta abbiano imparato a coltivare ed usare la Canapa per molti scopi. Archeologi e antropologi concordano sul fatto che, dall’antichità fino alla fine del XIX secolo, la Canapa fosse diffusamente coltivata fornendo materia prima per diversi usi: fibre, tessuti, olio combustibile, carta, medicina, cibo.

Negli anni ‘30, con l’avanzata della rivoluzione industriale, nasce in America il movimento della Chemiurgia, che propone di utilizzare solo derivati vegetali per fornire all’industria tutte le materie prime necessarie. Inoltre, con l’invenzione del decorticatore, l’estrazione delle fibre di Canapa diveniva competitiva per produrre carta, tessuti e combustibile a livello industriale. Henry Ford, uno dei fondatori del suddetto movimento, inventò un’automobile interamente realizzata in fibre di canapa ed alimentata a etanolo, la più ecologica delle automobili.

ritratto Henry Ford
Henry Ford

Questo crescente interesse per la Canapa, però, costituiva una grave minaccia per i giganti dell’industria americana di quel tempo. Il magnate della carta stampata William Randolph aveva acquistato intere foreste da abbattere per produrre carta. Lammot du Pont, proprietario dell’omonima compagnia petrolchimica, aveva registrato i brevetti per produrre decine di fibre sintetiche dal petrolio (Nylon, Cellofan, ecc.), e forniva a Randolph gli acidi per sbiancare la carta prodotta da alberi. Andrew Mellon, oltre ad essere il banchiere che finanziava i due suddetti, era anche proprietario della Gulf Oil una delle sette sorelle, le compagnie petrolifere che in quel momento si stavano espandendo a grande velocità. Il banchiere John Rockefeller, oltre ad essere proprietario della Standard Oil, un’altra delle sette sorelle, aveva finanziato la nascente industria farmaceutica il cui interesse era eliminare dalla farmacopea tutte le cure naturali a base di erbe per sostituirle con i farmaci creati in laboratorio. La Canapa era per costoro il nemico comune: il suo possibile utilizzo a livello industriale, meno costoso e meno inquinante, avrebbe fatto crollare il loro impero economico.

manifestazione anti proibizionismo

Sotto la spinta di queste lobby, e a seguito di una massiccia campagna di disinformazione da esse finanziata, nel 1937 il presidente Franklin Roosevelt approvava una legge che proibiva la coltivazione e l’uso della Canapa in America. Fiorello La Guardia, famoso sindaco di New York, non la prese bene, e nel 1939 commissionò il primo rapporto scientifico sulla Cannabis, a cui lavorarono 31 scienziati indipendenti per 5 anni, con risultati eclatanti: non provoca aggressività, non causa aumento del desiderio sessuale e non altera la personalità. Ogni singola copia del rapporto La Guardia fu distrutta, e le pene per possesso di Cannabis furono inasprite fino all’ergastolo. Nel 1961, sotto la spinta del potere di ricatto dell’America, nella convenzione unificata su droghe e narcotici dell’ONU, la Cannabis veniva indicata tra le droghe illegali da combattere, e nel giro di pochi anni divenne illegale in tutto il mondo, nel ‘75 anche in Italia con la legge Cossiga. L’industria petrolchimica aveva vinto la sua battaglia, con conseguenti effetti devastanti per il pianeta.

Oggi la legge 242/2016 rimette in gioco quelle nefaste scelte. Riuscirà l’umanità ad invertire la rotta? … Possiamo solo sperare che forze oscure si decidano ad investire nella Canapa.

Articolo di Frà Benedetto

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